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al testo di Salvatore Pizzo
Canto d’inverno
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La sua voce mi insegue inesausta ode echeggia per viali ampi e tronchi scheggia; a sera, sai, ombra che s'acquieti pare prima d'azzannare perfida il cuore. È un intrico di note l'inverno, sai? con torsioni invisibili di accordi
effonde intensi brividi alla schiena si che t'immagini orchestri l'avvento. E siedi a sentirne sferza tra rami
che contorce e smorza pur tenui cromie
allumando emozioni che sanno aria dell' eterno ritorno aureo di un canto.
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Salvatore Pizzo
- 12/04/2021 03:15:00
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X Annalisa: Molto sentite anche per me queste tue parole, mia cara Annalisa. Te ne sono infinitamente grato. A te un abbraccio più che mai
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Annalisa Scialpi
- 11/04/2021 11:03:00
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Intensa poesia,
molto sentita limmagine
dellombra che azzanna il cuore
e poi ritorna, aurea, come canto...
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Salvatore Pizzo
- 14/02/2021 00:03:00
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X Gil: Non posso che inchinarmi a fronte di questa tua lettura tanto generosa, mio caro Gil: come ben sai, mi considero alla stregua di un apprendista stregone. Ed ogni volta che mi accingo a misurarmi con formule magiche, ingredienti per pozioni, alambicchi e strumenti vari, provo sempre una sorta di stretta al cuore. Sento che qualcosa mi spinge sempre più verso il rispetto di parametri e forma. Eppure ho in me qualcosa che non tollera tutto ciò. Quindi posso dirti che son combattuto. E che, in definitiva, sto cercando di trovarci una mediazione. Grazie di cuore anche per labbraccio che ricambio con sentita amicalità.
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Salvatore Pizzo
- 13/02/2021 23:48:00
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X Franca: Mi incanti mia cara Franca, al punto che sono davvero felice di condividere con te questa passione per la parola. Grazie di cuore.
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Gil
- 11/02/2021 08:05:00
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Si potrebbe usare questo testo per spiegare che cosè, forse nella visione più tradizionale, la poesia, perché, prima ancora di interpretarne i possibili messaggi o significati, autoriali o proietti o ovvero impliciti o plausibili, qui emerge la bellezza formale, certo da sola non basterebbe a far diventare un testo in versi unesperienza di poesia nel lettore, qui abbiamo anche lispirazione, non vè contraddizione con il mancato completo dispiegamento di senso, dall"odore" già sintuisce la bontà del "cucinato", bellezza data da un ritmo interno, un ricorrenza di misura strofica, appunto una misura che diviene lo strumento dellartista per dare una bella forma alla sua opera. Nella varietà già osservata da Franca, questa attuale è tra le mie preferite della tua scrittura, mai banale e sempre in ricerca della sua verità poetica e, per te soprattutto, umana.
Un abbraccio, caro Salvatore.
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Franca Colozzo
- 10/02/2021 12:40:00
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Questa tua, Salvatore, è una poesia decisamente diversa dalle altre. Ma sono abituata a vederti percorrere strade divergenti in un altalenante succedersi di emozioni, ora in note struggenti, ora in rapide cascate di stridenti prosaici versi. Un po come me, anche se meno esasperato e crudo è il tono che conferisco alla parola, parola che è strumento dellanima. Echeggia in questo componimento quella voce interiore, quel trambusto che risuona tuttora nella tua testa, un pensiero che ti insegue dovunque tra viali alberati ed ombre serali. Linverno esaspera le note vibranti di quella voce misteriosa che brividi fa scorrere sulla schiena. Certo che il tuo canto mai si smorza, vestendosi di gelo nel crudo inverno, così come la speranza che si appresta a tingersi di verzura e fiori a primavera.
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